E poi?


Non se ne parla di «quelli». Da dove provengano, in quali angoli sotterranei si annidino non se ne sa niente: li ritrovi lì, di fronte a te, che ti senti perduto, come in balia di un errore che non avresti dovuto fare e che, ora, è diventato il tuo assillo, la tua gabbia. Perché da quell'errore soltanto la Grazia ti può salvare, ma il respiro ti manca e tu, tu che eri così puro, così candido, così ingenuo sprofondi in un delirio di attacchi, di minacce, di ferite che cerchi di aggiustare come puoi, di aggirare. Ma aggirarle tutte è vietato: non si può; e la prospettiva è il castello delle tue ossa che si frantuma - una rovina che tu, per distrazione, per desiderio, hai cercato tra i sogni dei tuoi silenzi che non hai più.


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